lunedì 15 febbraio 2010

Olio extravergine, occhio all’etichetta per evitare le truffe

È un ingrediente fondamentale per la dieta mediterranea e nei carrelli della spesa degli italiani non manca mai. L’olio extravergine di oliva è onnipresente sulle nostre tavole. È un alimento sano e si usa in mille modi: per preparare un sugo, per condire l’insalata o insaporire una fettina di carne. I più golosi lo abbinano al pane per prepararsi la cosiddetta “scarpetta”. Ma non è tutto oro verde quello che luccica: a volte viene spacciato per extravergine un prodotto non ricavato dalla primissima spremitura a freddo delle olive.

Con la crescente globalizzazione è sempre più facile acquistare un olio italianissimo solo in apparenza ma spagnolo, greco o nordafricano in realtà. Nei paesi dove i controlli di qualità sono più blandi – soprattutto fuori dall’Unione Europea - vengono prodotti oli di semi o di nocciole (molto più economici) successivamente trattati per farli somigliare ai veri extravergine.

Il modo migliore per evitare brutte sorprese è quello di leggere attentamente l’etichetta dietro la bottiglia. Poche righe che dicono tutto sulla provenienza, la qualità dell’olio e l’affidabilità del produttore. Il decreto 1019/2002 stabilisce che l’etichetta debba contenere almeno 9 informazioni fondamentali. Da qualche mese, poi, anche l’Unione Europea ha emanato un regolamento sull’etichettatura, il 182/2009, che impone ai produttori di indicare l’origine dell’olio. Le possibilità sono quattro:
* olio prodotto in un paese membro;
* olio ottenuto dalla miscela di più oli, ma sempre di origine comunitaria;
* olio ottenuto dalla miscela di più oli di origine extra-comunitaria;
* olio ottenuto dalla miscela di oli sia comunitari che extra-comunitari;



















Insomma, vale la pena di perdere qualche minuto in più tra gli scaffali del supermercato.

Le diciture Dop (denominazione di origine protetta) o Igp (indicazione geografica protetta) sono invece facoltative. Per potersi fregiare del marchio Dop l’olio dev’essere stato prodotto in un’area geografica delimitata, dalla raccolta delle olive fino all’etichettatura. Per il marchio Igp, invece, basta che almeno una fase del processo produttivo sia avvenuta in una determinata zona.

Come si conserva? Una volta comprato l’olio giusto (preferibilmente in bottiglie scure), è importante conservarlo nel migliore dei modi perché non perda le sue qualità. Luce, calore e odori sono i suoi peggiori nemici. La luce ne accelera il processo di ossidazione; il calore può modificarne il sapore; lo stesso vale per gli odori esterni, soprattutto quelli più forti.

L’olio va conservato all’ombra, in luoghi freschi e asciutti. Assolutamente da evitare il frigorifero. Un buon consiglio è quello di stoccarlo in recipienti di acciaio, i più indicati proprio perché non cedono odori né aromi, lo isolano dalle temperature esterne e lo preservano dalla luce.

Articolo di Fe. Fo. pubblicato su Kataweb (http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2009/11/27/olio-extravergine-occhio-alletichetta-per-evitare-le-truffe/?printpage=undefined)

Nessun commento:

Posta un commento